Zenith, la maison che inventò il cronografo automatico

La fondazione e i primi successi
La storia di Zenith trova i suoi natali in Svizzera, precisamente a Le Locle, nel Cantone di Neuchâtel, quando nel 1865 viene fondata da un ancora giovanissimo Georges Favre-Jacot.
Il nome dell’azienda non è sempre stato Zenith, inizialmente l’imprenditore orologiaio la battezzò con il suo stesso nome, utilizzando le sue iniziali GFJ, che oggi ritroviamo impresse come motivo decorativo sulle mura dello stabilimento di Le Locle.
Il nome Zenith viene alla luce in occasione dell’esposizione universale del 1900, quando l’orologio presentato, l’eccezionale calibro Zenith, vince il Grand Prix. E così Zenith, termine con cui si indica il punto più alto raggiunto da un corpo celeste lungo la linea perpendicolare all’orizzonte, espressione di qualcosa che è al massimo della sua potenza, diviene il nome della casa madre, probabilmente fiduciosa di questo auspicio di grandezza. Georges Favre-Jacot sogna di realizzare l’orologio più preciso del mondo e comprende che, per appagare questa ambizione, deve ripensare interamente la filiera produttiva degli orologi.
Crea Zenith con un’idea ben delineata in mente, quella di dare vita a un’organizzazione verticale, in grado di accentrare presso di sé le manifatture delle varie componenti.
Persino la sede originaria risponde ad un disegno preciso, la manifattura è stata concepita in maniera da potersi integrare con l’ambiente circostante, piuttosto che prevalere. L’attenzione è posta sulla naturale ventilazione e sulla migliore illuminazione, sono stati impiegati mattoni prodotti a livello locale a Le Locle, dalle dimensioni idonee a consentire la giusta luminosità all’interno degli atelier.
Il fatto che, in seguito a numerosi rimaneggiamenti, la sede originaria ospiti ancora oggi la Manifattura Zenith è la dimostrazione del suo valore storico-culturale come esempio di architettura industriale.
Nel 1880 il marchio Zenith sperimenta un’enorme crescita internazionale, esportando la sua irreprensibile raffinatezza dalla Svizzera al resto del mondo. Zenith finisce con l’affermarsi in Russia, in Europa e giunge sino alle Americhe.
Soltanto all’inizio del nuovo secolo i paesi asiatici accoglieranno Zenith, permettendogli di collocarsi nei mercati chiave, anche grazie ai rivenditori maggiormente in vista che coadiuveranno il brand nella sua ascesa.
Ma non è finita qui, perché il fondatore Georges-Favre Jacot era un’incredibile visionario e decisamente un precursore. Così nel 1888 registra il marchio “PILOTe”, al più tardi “PILOT” e fa lo stesso con i nomi di altre innovazioni che, a suo avviso, sembravano promettenti. È per merito di questa lungimiranza che oggi Zenith può vantare di essere il solo brand di orologi autorizzato a mostrare “pilot” sui quadranti.
Nel 1890 la smania di raggiungimento della perfezione e la ricerca spasmodica dell’estrema precisione per mezzo dell’integrazione verticale tocca l’apice e solo sette anni dopo nasce il calibro Zenith. Ormai era stata imboccata la giusta via per sfiorare col polpastrello l’obiettivo più grande: l’invenzione di un movimento affidabile grazie alla produzione standardizzata. Il calibro Zenith fu per molti aspetti la sua fortuna e uno degli orologi più longevi, atteso che la maison Zenith non l’ha mai abbandonato per quasi mezzo secolo. Questo movimento nelle sue diverse versioni ha attraversato la storia e partecipato a numerose competizioni di cronometria.
Con l’avvento del ventesimo secolo comincia un’epoca di particolare fortuna, il marchio consegue i primi riconoscimenti e premi per la manifattura e per i suoi cronografi.
Il 1900 è un anno monumentale per Zenith, con la vincita del Grand Prix all’Esposizione Universale si aggiudica in maniera definitiva e irretrattabile un ruolo da protagonista nella storia dell’industria orologiera.
Il movimento si classifica tra le tecnologie più all’avanguardia del mondo e la manifattura viene fregiata della medaglia d’oro per le novità tecniche ed estetiche impareggiabili.
Sono anni particolarmente prolifici per la maison Zenith, scanditi da collaborazioni inedite e rilevanti commissioni, incarnando perfettamente lo spirito avanguardista, assurge ad essere garanzia di qualità ed estrema precisione per coloro che la ricercano nei settori più disparati.
La manifattura Zenith antesignana della corrente artistica dell’Art Nouveau si ritrova a condurre un dialogo fecondo con alcuni tra i suoi più illustri esponenti, tra cui ricordiamo Mucha e Lalique, dando vita ad una rosa di orologi da tasca e a pendolo di ridotte dimensioni in cui l’arte, combinandosi con l’expertise, genera una moltitudine di espressioni creative innovative. George-Favre Jacot, con l’istinto profetico che lo contraddistingue, commissiona a Le Corbusier, il quale diverrà il futuro della moderna architettura, il progetto della sua villa a Le Locle, incardinata nei pressi dello stabilimento originario. Ad oggi, oltre un secolo dopo, la villa è divenuta un monumento storico di inestimabile importanza, restando il fiore all’occhiello della città e una mirabile testimonianza dell’opera di Le Corbusier.
Nel 1909 con una manovra pubblicitaria degna dei più grandi geni del marketing, questa casa mostra ancora una volta un sesto senso fuori dal comune, ma soprattutto dirompente, considerando il periodo storico.Si ci riferisce alla vicenda che vede protagonista l’aviatore Louis Blériot.
Zenith, conscio della visibilità che avrebbe potuto guadagnare, visti i progressi nel campo dell’aviazione degli ultimi anni, dona un orologio Louis Blériot, colui che, per primo, nel 1909, vola sul canale della Manica a bordo di un aeroplano, indossando al proprio polso un orologio del tipo Type 20, che da questa vicenda ottenne grande celebrità. Il modello diviene simbolo dall’aeronautica francese e installato su diversi velivoli militari. Nasce la collezione pilot’s watch.
Nel 1913 lo stesso Blériot renderà omaggio all’affidabilità di Zenith in termine di precisione con parole di stima, annotate sul registro dei visitatori della maison: “Sono estremamente soddisfatto dell’orologio ZENITH, che uso regolarmente e che mi sento in dovere di consigliare a tutti coloro che cercano la precisione”.
Negli anni ’30 Zenith corrobora il favore di cui già godeva a livello internazionale come primo produttore di cronometri e strumenti di misurazione in plurimi settori. Fu così che nella prima metà del XX secolo, diviene un modello esemplare non soltanto per gli orologi di precisione, bensì in genere per le strumentazioni nel campo delle misurazioni.
Sono le stesse pubbliche istituzioni che accrediteranno Zenith, scegliendolo come fornitore eletto di servizi per lo stato, tra cui, a titolo d’esempio, il servizio postale svizzero.
Senza tralasciare ovviamente gli osservatori astronomici, le banche, le compagnie assicurative e addirittura i corpi militari che ricercarono la sua collaborazione.
È doveroso ricordare un altro proprietario di spicco, in aggiunta al già citato aviatore Louis Blériot. Ci si riferisce a nientemeno che il Mahatma Gandhi, un’altra delle personalità più rilevanti e d’influenza del ventesimo secolo, che si è imbattuto sul proprio percorso in un calibro Zenith. La storia in questione è di grande curiosità: a Gandhi venne regalato un orologio da tasca Zenith dall’amico Jawaharlal Nehru, all’epoca Primo Ministro indiano, che fu in carica dal 1947 al 1964. Quel prototipo realizzato in argento può vantare il primato di essere uno dei centellinati oggetti materiali posseduti dal Mahatma. L’orologio fece parte della sua quotidianità, in modo particolare segnalava quand’era giunto il momento della preghiera per mezzo della funzionalità sveglia. Gandhi racconta nel proprio diario l’aneddoto di quando l’orologio gli fu sottratto e successivamente restituito, una volta che il ladro ne comprese l’inestimabile valore.
Il 1950 è un anno di gare cronometriche caratterizzate da un alto standard competitivo, che vede svettare l’azienda Zenith e il laboratorio cronometrico con il movimento che avrebbe sbaragliato la concorrenza, si tratta del celeberrimo Calibro 135.
Le diverse funzionalità inedite gli garantiscono ben cinque premi di cronometria dell’Osservatorio di Neuchâtel, dal 1950 fino al 1954: è un record mai raggiunto nella storia. Di certo non sono stati i primi né gli ultimi, se si considera che nel corso della storia gli orologi Zenith possono vantare più di 2.330 premi cronografici.
Nel 1960 Zenith tocca il momento più alto del proprio progresso tecnologico, elevandosi a sovrana incontrastata del mondo della cronometria, svolgendo il ruolo di apripista per i movimenti cronografici.
Il 5011K guadagna il titolo di campione incontrastato della cronometria. Impiegato, all’inizio, per i cronometri da marina e per gli orologi da taschino, il 5011K si innesta successivamente tra gli orologi da polso. Parliamo tutt’ora di uno dei cronografi più amati.
Sebbene vi siano dibattiti in merito a quale maison per prima portò a termine il pubblicizzato cronometro automatico, Zenith consegue il primato per essere stata la prima azienda a realizzare un prototipo di cronometro automatico, stabilendo un record mondiale nella categoria, che ancora oggi non è stato superato. Si tratta di EL PRIMERO, un’icona per il mondo della cronografia.
E così mentre all’estero gli orologi al quarzo guadagnano il proprio spazio sulla tradizionale orologeria, nell’anno 1969 la maison innova il campo dei cronografi meccanici e presenta El Primero.
El Primero, come il nome sembra suggerire, è destinato a primeggiare e sarà ricordato dai posteri come il primo cronografo automatico e integrato ad alta frequenza: il prodotto di uno strenue lavoro di “R&S” della Manifattura, che dà il via a meccanismi di produzione moderni con il coinvolgimento di strumentazione di ultima generazione e di progettisti in grado di dare sfogo alla modernità con design all’avanguardia. El Primero con le sue 36000 oscillazioni è in grado di misurare il decimo di secondo.
L’avvento della modernità: Zenith tra due ere
Arrivano gli anni 70 e il mondo dell’orologeria subisce una scossa, sono anni di repentine evoluzioni tecnologiche influenzate da movimenti futuristici e dal nuovo interesse per la fantascienza. Si prepara una transizione imminente. La Zenith, travolta dalla fervida atmosfera circostante e animata dall’esigenza della sperimentazione, si cimenta in progetti audaci e ottimistici. La compagnia viene inglobata da un’impresa americana con lo stesso nome operativa nel campo delle radio.
La nuova direzione annuncia l’interruzione della produzione di El Primero, è a questo punto che fa il suo ingresso nella storia di questo brand Charles Vermont.
Quest’orologiaio decide in completa autonomia di preservare clandestinamente l’eredità di El Primero. Riesce a procurarsi i progetti tecnici e il necessario per produrre il calibro e nasconde quanto accumulato in una soffitta della Manifattura, che lui stesso si premurerà di far murare.
È un gesto eroico che, come un marchio indelebile, segnerà le sorti di quest’azienda, rivelatosi decisivo per la sopravvivenza del lascito Zenith.
Nel 1980 EL PRIMERO ritorna alla ribalta con la rimessa in produzione.
In questi anni gli orologi meccanici svizzeri conoscono nuova luce e molti marchi orologieri, come Ebel, si rivolgono a Zenith per il progetto El PRIMERO. La crescita inaspettata della domanda induce la Manifattura a realizzare due inedite linee di cronografi El Primero, versione classica e sportiva.
Nel 1990 l’approssimarsi del secondo millennio riporta in auge la manifattura e ZENITH produce un movimento nuovo, nasce quella che sarebbe divenuta la sua collezione più cult. Il “CALIBRO ELITE Il” si trasformerà, come il predecessore El Primero, in un vessillo del marchio per gli anni successivi. Il calibro ELITE, acclamato dalla stampa come “movimento dell’anno”, si contraddistingue per versatilità e maneggevolezza.
Sempre in quegli anni fa il suo debutto la collezione “CHRONOMASTER”: una serie di cronografi meccanici di alto profilo, estrinsecazione dell’irragiungibile maestria nella creazione delle complicazioni. La collezione diventa il fiore all’occhiello della Manifattura, nonché vetrina eletta per il movimento El Primero.
Gli anni recenti e l’ingresso nel gruppo LVMH
Nel 1999 Zenith viene accorpato nel gruppo LVMH. Per la Maison incede una nuova fase.
Zenith è uno dei primi marchi di orologi a unirsi al gruppo LVMH, arricchendolo con un ineffabile apporto esperienziale (dato dal suo sistema a organizzazione verticale) e ottenendo in cambio un importante spazio di ricerca e sperimentazione. Negli anni 2000 ZENITH presenta il “CHRONOMASTER Open” con l’auspicio di mettere in evidenza il “cuore pulsante” ad altissima frequenza del movimento El Primero, sotto lo sguardo vigile di chi lo porta.
È il primo cronografo che si connota per il un quadrante aperto, il cui unico obiettivo è sciorinare lo scappamento e l’organo regolatore.
Il 2004 è l’anno del Tourbillon El Primero, una chiara dimostrazione della grande maestria della Manifattura e dei suoi virtuosismi, capaci di integrare funzionalità aggiuntive (sveglia, doppio fuso orario, ripetizione minuti, ore del mondo, calendario perpetuo e annuale, cronografo rattrapante, foudroyante). La sconfitta della gravità è da sempre un miraggio per l’orologeria. Nel 2008 tuttavia la ZENITH brevetta “zero G”, l’organo regolatore viene installato in una telaio giroscopico ispirato al concetto di sospensione dei cronometri marini, così da essere in grado di mantenere il bilanciere sempre in orizzontale.
Tra il 2012 e il 2015 gli storici edifici di ZENITH vengono annoverati con l’intera città di Le Locle tra i siti eletti Patrimonio dell’Unesco.
Un attestato di riconoscenza storica per ZENITH, la quale ha apportato un enorme contributo allo sviluppo di Le Locle, intesa come centrale dell’orologeria svizzera.