Orologi da ferroviere

Vintage ed eleganti, dotati di un fascino senza tempo che non passa mai di moda: si tratta degli orologi da ferroviere, modelli che hanno fatto la storia e che, da sempre, rappresentano una realtà molto importante nel settore dell’orologeria. Una storia che comincia nel lontano ‘800, laddove negli orologi da ferroviere italiani compare la stemma dei Savoia. Ripercorriamo brevemente le tappe delle origini dei caratteristici orologi da ferroviere.
La storia e la fama degli orologi da ferroviere: le varie tappe storiche fino ai modelli prodotti negli anni recenti
Se guardiamo alla storia degli orologi da ferroviere non può sfuggire la sua associazione alla casa produttrice Perseo: questa forniva infatti alle Ferrovie italiane decine di migliaia di modelli, con una collaborazione pressoché costante. In realtà la fama di questi accessori ha seguito una lunga trafila, che ha coinvolto numerose maison succedutesi nella fornitura dei vari accessori nel tempo. Ma certamente, ancora oggi, si tende ad associare questi orologi a Perseo, che ne rappresenta la casa produttrice più famosa.
Perché? La motivazione è semplice: l’entrata nella storia di questi modelli è legata a un’antica famiglia toscana, che vendette il proprio cognome al signor degli Esposti, facendolo registrare e commissionando la realizzazione dei primi modelli a Cortèbert (non a caso, almeno fino agli anni ‘50, gli orologi da ferroviere si sono contraddistinti con il marchio Perseo e Cortèbert, a dimostrazione della collaborazione che, al principio, si instaurò tra i due marchi).
Fu così che ebbe inizio la fama di questi orologi: la famiglia toscana ne divenne la produttrice nel 1927, ma il modello, così come l’esclusiva nella realizzazione, non appartenevano a Perseo. In quel periodo infatti, le Ferrovie italiane ne ottenevano la fornitura da varie case produttrici: in particolare Zenith, Longines, Dracip, Roskopf, Ghitor. A partire dalla seconda guerra mondiale la Perseo ne rappresentò invece l’unica maison. Prima di allora i marchi si sono sempre alternati: tranne in alcuni periodi, intorno agli anni ’60 e ’70, altri marchi si intervallavano in questa sorta di monopolio. L’estetica di questi modelli fin dall’inizio era molto semplice, priva di fronzoli, così come si prevedeva da contratto. La cassa era resistente e antipolvere, e al suo interno presentava il logo con lo stemma “Perseo”, tre stelle e una ruota alata. I modelli presentavano anche l’incisione della sigla “FS”, il cui stile cambiava in base al periodo storico di fornitura. C’era poi inciso anche il numero di assegnazione, anche se, come si vedrà meglio in seguito, non in tutti i modelli. Essi si contraddistinguono da sempre per l’estetica raffinata e l’elevata classe, fattori che li rendono adatti alle persone che amano vestire e presentarsi sempre al meglio.
La realizzazione e la fornitura degli orologi da ferroviere italiani
Alcuni orologi da ferroviere in vendita si presentano con il fondello marcato FS, ma senza alcuna assegnazione, ciò potrebbe indurre a pensare che si tratti di falsi, ma è una convinzione errata. Questi orologi venivano infatti semplicemente realizzati seguendo lo stesso stile delle FS utilizzato da altri marchi, allo scopo di essere forniti al pubblico per un uso civile. Altri modelli poi, succedutesi nel tempo, sono stati costruiti appositamente per il personale addetto FFSS, ma sono rimasti per lungo tempo privi di alcuna assegnazione, giacenti nei magazzini delle ferrovie. Si tratta di modelli spesso apprezzati dai collezionisti, in quanto non usati e dunque conservati nelle migliori condizioni estetiche e meccaniche possibili. D’altro canto, tuttavia, non essendo mai stati assegnati ad alcun ferroviere, spesso questi modelli appaiono meno attraenti, proprio perché non hanno mai “prestato servizio” sulle ferrovie.
L’assegnazione degli orologi ai ferrovieri: le incisioni e i numeri di serie
Gli orologi dei ferrovieri, così come per tutti gli altri tipi di modelli dati ai corpi statali, venivano forniti ai dipendenti affinché questi li indossassero durante le ore di servizio, come una sorta di simbolo tipico del loro ruolo. Questi orologi, una volta usciti dalla fabbrica, non erano dotati di alcun numero di serie, ma riportavano soltanto le iniziali FS impresse sul fondello e stilizzate in diverse fantasie (all’inizio, i primi modelli, non avevano neanche questa sigla) soltanto dopo, quando iniziarono a essere dati dall’amministrazione ad ogni singolo ferroviere, gli orologi cominciarono ad essere assegnati, ovvero incisi sul fondello con delle tecniche a punzone o a martello (in modo semi-manuale), con un numero progressivo. Non si trattava comunque del numero di matricola del ferroviere che lo usava, anzi, capitava spesso che questi comprassero l’orologio con il proprio denaro, anche di marca diversa rispetto a quella concessionaria, facendovi magari incidere il proprio numero personale di matricola (questi venivano dunque incisi successivamente rispetto alla realizzazione dell’orologio, e per tale motivo i numeri di assegnazione non risultano uguali da quelli che si possono trovare dentro il fondello o sulla meccanica (marchiati dai produttori). Alcuni modelli, peraltro, presentavano numeri storti o non allineati in modo ordinato tra di loro.
La rivoluzione del quarzo: i modelli dal 1970 a oggi
La rivoluzione del quarzo, negli anni ‘70, ha indubbiamente cambiato il modo di intendere l’orologeria meccanica, che ha dovuto adeguarsi ai cambiamenti in atto per restare al pari passo con la moda: nel tempo l’estetica e la funzionalità di questi orologi ha fatto passi notevoli, ma senza mai abbandonare quel tocco vintage e retrò tipico degli orologi da taschino da ferroviere: vengono infatti riprodotti modelli da polso con forti richiami storici, anche celebrativi di personaggi della storia del nostro Paese, come Dante Alighieri e Francesco Baracca. Oggi è possibile trovare a catalogo orologi da tasca, alcuni scheletrati o caratterizzati da fasi lunari e funzioni cronografiche, nonché modelli animati da calibri con eleganti decorazioni, moderni e attuali, ma capaci di ricordare gli orologi dedicati alle Ferrovie, non solo italiane ma anche turche. In aggiunta alla produzione dei classici modelli da tasca, vengono oggi proposti anche orologi da polso, sempre caratterizzati da un tocco retrò e da un fascino senza tempo, senza mai allontanarsi da quell’eleganza antica che li ha sempre contraddistinti.