L’orologio da tasca MARIE ANTOINETTE di Breguet

Febbraio 10, 2022By Bonetto Cinturini

Il 1700 fu per la Francia un secolo particolarmente fiorente dal punto di vista culturale ed artigianale, poiché erano numerosi i nobili che amavano possedere oggetti di lusso che mostrassero il loro status all’esterno, in una continua lotta per affermare la propria influenza in società.

L’atelier di Abraham-Louis Breguet si colloca perfettamente in questa triangolazione di potere, perché parliamo dell’orologiaio di fiducia non solo delle gerarchie nobiliari più alti, ma addirittura di una figura iconica come quella di Maria Antonietta. Richiusa insieme al marito nella Tour du Temple, la regina espresse infatti il desiderio di possedere un prezioso orologio da tasca che la aiutasse a seguire lo scorrere del tempo, troppo lento e noioso per una donna operosa e sempre indaffarata come lei.

Già numerose volte si era infatti rivolta al rinomato negozio per se stessa o per omaggiare i suoi ospiti più illustri, consigliando l’operato di un uomo che in quel preciso momento storico non aveva rivali nel regno dal punto di vista dell’estetica e della funzionalità dei suoi dispositivi.
La precisione svizzera e l’estrema cura per i dettagli lo hanno reso l’orologiaio più noto della Francia e dell’Europa, fama che gli ha permesso di eseguire lavorazioni per le personalità più importanti del periodo.

Nonostante Maria Antonietta possedesse diversi modelli di orologi realizzati presso Breguet, questo modello da tasca definito semplice è rimasto una vera e propria reliquia per coloro che hanno ricostruito e ammirato nel tempo le vicende storiche della regina, poiché si colloca in un periodo tragico di decadenza e prigionia che terminerà con la sua morte.

Si tratta di un gioiello entrato successivamente a fare parte della collezione Sir David Salomons insieme ad un’altra variante sempre realizzata per celebrare una delle muse di quel periodo.

A questa cronaca del periodo si affiancano una serie di curiosità che rendono ancora più suggestivo l’orologio n. 160 chiamato appunto Marie Antoinette, ponendolo come oggetto dalla forte valenza simbolica e per questo ancora oggi oggetto di studio da parte dei numerosi interessati.

Un orologio mai consegnato alla destinataria

L’orologio n. 160 di Breguet venne commissionato del lontano 1783 non dalla regina stessa, bensì da un suo ammiratore che desiderava regalarle un oggetto prezioso, realizzato presso la migliore atelier della Francia. Stupisce il fatto che il gesto non provenisse dal marito ma da una terza persona, a sottolineare come la figura di Maria Antonietta fosse amata e apprezzata come mai era accaduto per una sovrana del paese. Lo spasimante segreto decise di non badare a spese e chiese al noto orologiaio di utilizzare ogni più moderna tecnologia e scoperta per rendere l’oggetto uno dei migliori fino a quel momento realizzati.

Numerosi erano infatti i meccanismi sofisticati che erano stati messi a punto in questo genere di produzione già nel 1700, così che fosse possibile ottenere una precisione al centesimo di secondo e uno stile elegante e raffinato. Nell’ottica della realizzazione di un prezioso gioiello, si pensò di sostituire ogni altro metallo con dell’oro puro, che omaggiasse l’importanza della regina e fosse all’altezza del suo splendore.

Sfortunatamente la malcapitata donna, prigioniera e vicina al termine della sua vita, non ebbe mai la possibilità di ricevere il suo regalo, che certamente avrebbe apprezzato amante del lusso come era.

Breguet era estremamente felice di lavorare senza vincoli di prezzo e di tempo e mise tutto se stesso in una delle sue opere meglio riuscite, tuttavia la perfezione richiede accurate lavorazioni e il celebre orologiaio ci mise addirittura cinquanta anni a completare il capolavoro.

Purtroppo la destinataria era morta addirittura 34 anni prima, quando nel 1793 la sua vita fu spezzata da un colpo di ghigliottina su pubblica piazza, come si usava fare durante la rivoluzione francese verso coloro che venivano accusati di alto tradimento. Una fine ingloriosa per quella che è stata una delle personalità più controverse del periodo, ricca di sfaccettature e contraddizioni, capace di regalare scorci di eleganza, lusso e acume a tutti coloro che hanno deciso di seguirne le gesta negli anni a venire.

Non fu comunque il noto orologiaio a completare la realizzazione, poiché il suo decesso avvenne nel 1823, 4 anni prima del termine di quella che viene ancora oggi definita una vera e propria opera d’arte. Gli appassionati del settore e gli esperti di mercato sono ancora oggi estremamente affascinati dalla storia del misterioso orologio da tasca Marie Antoinette di Breguet, divenuto un oggetto di culto che ha dato vita a numerose leggende e storie.

Nel 1983 il prezioso ha addirittura subito un furto, venendo trafugato dal museo di Gerusalemme. Si è dovuto attendere fino al 2007 per entrarne nuovamente in possesso, casualmente solo un anno prima del lancio sul mercato del suo erede diretto, che ha visto la luce nel 2008 e ha saputo in parte eguagliare per splendore e cura per i dettagli il noto predecessore.

L’orologio da tasca MARIE ANTOINETTE di Breguet rivive nel presente

Cavalcando l’onda del mistero e del fascino dell’orologio da tasca MARIE ANTOINETTE n. 160 originale, l’atelier Breguet ha deciso di replicare fedelmente il modello, basandosi sui disegni e sui progetti dell’epoca rinvenuti grazie a numerosi e accurati studi.

Si tratta di un modello perpetuo che cadenza le ore, i quarti d’ora e i minuti su espressa richiesta, con una precisione eccezionale e spaccando esattamente il secondo senza mai perdere giri.
Presenta diverse complicazioni rispetto a quelli che erano gli standard dell’epoca, realizzate affidandosi fedelmente alle idee che nel 1700 sembravano tanto moderne e innovative.

Alcune di queste sono state dedotte per analogia andando ad analizzare simili gioielli, come quelli del duca di Praslin che per estetica e funzionalità si avvicinava notevolmente a quello di Maria Antonietta.
L’estetica presenta il medesimo fascino del noto predecessore, poiché si è deciso di puntare sull’eleganza di un modello dal sapore vintage realizzato con i migliori materiali che attualmente offre il settore. Rinominato con la sigla 1160, si è pensato di optare per uno scrigno in quercia di Versailles, una variante molto pregiata di legno, capace di resistere all’usura del tempo e assicurare ottime prestazioni nel lungo termine.

Affascinante è però la motivazione che accompagna questa decisione, poiché si tratta proprio dell’albero sotto il quale la sovrana amava riposare durante i suoi momenti di tempo libero, quando poteva ritirarsi dalla vita pubblica e dedicarsi ad alcune delle sue passioni, come ad esempio la lettura.
Si tratta infatti di orologi progettati per funzionare correttamente nei secoli, nonostante le numerose vicissitudini che possono subire, come è capitato all’affascinante esemplare voluto dall’ammiratore della regina per celebrare la sua importanza in quel determinato periodo storico.

In grado di indicare la data, con giorno e mese, al centro presenta non solo le classiche lancette delle ore e dei secondi, ma anche una indipendente che funge da antenata del cronografo. Proprio accanto all’indicatore della carica, possibile per ben 48 ore, è stato posizionato un termometro bimetallico esattamente identico a quello del progetto originario che non giunse mai alla sfortunata proprietaria.

Le componenti che vanno a formare la meccanica sono ben 823, minuziosamente incastrate tra loro per garantire il perfetto funzionamento di ogni ingranaggio.
La maggior parte degli elementi sono realizzati in olio rosa levigato con il legno, secondo una tecnica chiamata au bois, mentre per le viti si è optato per un acciaio azzurro finemente levigato. I cuscinetti e i punti di attrito sono ornati di zaffiri, che rendono ancora più preziosa una composizione che è venuta alla luce in 50 anni ma certamente non poteva essere ulteriormente perfezionata rispetto agli standard dell’epoca.

All’interno è stato installato un solido dispositivo antiurto, che protegge l’orologio dalle continue sollecitazioni e permette di mantenere le medesime prestazioni nel tempo.

Gli appassionati di orologi e gli amanti della storica figura di Maria Antonietta si chiedono se anche questa rivisitazione del noto orologio da tasca MARIE ANTOINETTE di Breguet subirà lo stesso tipo di vicissitudini dell’originale, seguendo con attenzione i suoi spostamenti e ammirando la classe e la perfezione con cui questa atelier storica ha saputo lavorare nel corso dei secoli, attestandosi ancora oggi come una delle migliori del mondo in termini di estetica e funzionalità.

Seppur non direttamente appartenuto alla sovrana, parliamo di un cimelio di enorme rilevanza, che racconta tanto del gusto e delle scoperte dell’epoca, riportando indietro a un periodo storico ricco di contraddizioni ma anche dotato di un notevole fascino.

I materiali impiegati, la fine lavorazione, la funzionalità esemplare e l’estetica elegante fanno di questo prezioso orologio uno dei più famosi al mondo, che merita di essere ammirato nelle sedi opportune da ogni generazione futura.