Il primo orologio da polso della storia

Luglio 21, 2021By Bonetto Cinturini

L’orologio indossato al polso e non più relegato al taschino fu una vera e propria rivoluzione nella moda europea del 1800: non più nascosto ma portato in bella vista, l’orologio da polso da allora ha mutato pelle molte volte, rimanendo sia un oggetto pratico che indossato per esibire.

Dal primo orologio da polso della storia, andiamo a vedere come questo oggetto è diventato accessorio irrinunciabile.

Dall’orologio da taschino all’orologio da polso

L’orologio da taschino, portato in tasca o attaccato con una catenella al panciotto, rimase fino al XIX secolo uno degli complementi imprescindibili del gentleman moderno.

Chiamato anche “cipolla”, nei musei di tutto il mondo se ne possono ammirare eleganti esemplari decorati e personalizzati in mille maniere: più alto era il rango del gentiluomo, più l’accessorio era ricco e decorato.

Tali creazioni, usualmente realizzate in materiali quali oro e platino (per la classe media in argento e ottone), diventavano cimeli di famiglia tramandati di generazione in generazione, e sono tuttora inestimabili oggetti di antiquariato.

Vere e proprie meraviglie di artigianato, fu proprio nel 1800 che raggiunsero il loro apice grazie maestri quali Heuer, Minerva, LeCoultre & Cie, Ulysse Nardin e altri orologiai.

La cipolla taceva parte di quel kit del perfetto gentleman che comprendeva altri accessori, come per esempio la tabacchiera; questi orologi erano scomodi da indossare, dotati della sola lancetta delle tre ore, e sino a un certo punto non erano forniti di una copertura protettiva.
Ciò presupponeva che dovessero venire aperti per essere guardati.
Si nota dunque come fin dagli esordi, l’orologio da portare con sé fosse sinonimo di classe declinata al maschile.

Inizialmente, indossare l’orologio al polso parve un‘idea bizzarra ai più: nel 1800 questo genere di modelli erano riservati ai nobili e alle famiglie reali, quali oggetti alla moda e di prestigio.

Sarà Breguet a creare nel 1910 il primo modello di orologio da polso per una donna (ebbene si): la sorella di Napoleone, Carolina Bonaparte.

Breguet: il primo orologio da polso della storia

Breguet realizzò per la regina di Napoli un modello chiamato il segnatempo Breguet n. 2639.

Il progetto venne sviluppato nell’atelier di quello che all’epoca era considerato il più grande maestro orologiaio di tutti i tempi; Carolina lo aveva commissionato assieme ad un orologio da carrozza, come testimoniano gli archivi della maison Breguet, col nome di “orologio per bracciale a ripetizione”, al costo di 5000 franchi.

Per portarlo a termine pare furono necessarie ben 17 persone e 34 differenti fasi lavorative; verso la fine del processo, probabilmente la regina chiese di sostituire il quadrante guilloché in oro con uno in argento con numeri arabi.

Completato nel 1812, l’orologio dalla forma oblunga e dal quadrante d’argento conteneva diverse complicazioni: una ripetizione, le fasi lunari e perfino un termometro. Si può considerare una raffinata via di mezzo tra un gioiello femminile e un orologio.

Ecco dunque il primo modello in assoluto dotato di cinturino: questo era fatto di capelli intrecciati a fili d’oro.

L’orologio spianerà di lì a poco la strada per altri modelli femminili attaccati a braccialetti, nastri o catene.

Il prezioso cimelio, contenuto in una custodia di pelle rossa e corredato di chiave d’oro, venne poi ereditato da Giulia Murat, contessa Rasponi, e i documenti riportano che venne portato a riparare nel 1849.

L’ultima traccia di questa splendida creazione risale al 1955, quando la stessa proprietaria la portò nuovamente da Breguet per richiedere due nove chiavi: una chiave maschio per caricare l’orologio e una chiave femmina per regolare l’ora.

Da allora l’orologio Breguet n. 2639 si è perso nella storia. Purtroppo non è arrivato sino a noi: anche le ricerche per trovare qualche schizzo della creazione si sono rivelate infruttuose, tuttavia la sua creazione è testimoniata senza ombra di dubbio da documenti storici.

Il marchio Breguet ha celebrato nel 2012 il bicentenario dallo storico avvenimento, lanciando la linea “Reine de Naples“.

Altri prototipi di orologi da polso

Nonostante si trattasse di un’invenzione rivoluzionaria, il primo orologio da polso fu ignorato dai suoi contemporanei.
Dopo quello creato da Breguet, tra gli antesignani si ricorda nel 1868 l’orologio da polso in oro realizzato da Patek Philippe per la contessa ungherese Koscowicz.
Anche in questo caso si tratta più di un gioiello in cui è incastonato un orologio, che di un vero e proprio esemplare di orologio da polso.

Louis Cartier invece ne sviluppò uno nel 1904 per l’aviatore Santos Dumont, il quale non voleva essere costretto a sollevare la mano durante il volo per guardare l’ora.

Ancora oggi il Cartier Santos è una delle linee di punta di Cartier.

Sia quest’ultima maison che Patek Philippe, si contendono il primato storico nella creazione del primo modello da polso.

Verso il futuro degli orologi da polso

Con lo scoppio della prima guerra mondiale, l’orologio da polso divenne obbligatorio per i soldati, in quanto ritenuto ben più pratico e meno pericoloso di quello da tenere in tasca.

Fu da lì che gli orologi da polso non uscirono più di scena, scacciando definitivamente i loro avi con la catenella grazie alla indiscussa praticità (anche se per un breve periodo ci fu coesistenza di entrambi, ma la cipolla rimase per lo più usata dai ferrovieri).
La nascita dell’orologio da polso moderno è dunque da attribuirsi ad originarie esigenze militari o professionali.
Fu ancora la guerra a plasmare i materiali dei modelli: resistenti agli urti e ai graffi, con le lancette luminose e così via.

Inizialmente i cinturini erano in pelle, o al limite di stoffa, i quali venivano inseriti facendoli scorrere tra le mollette delle anse e della cassa (in alternativa potevano essere agganciati).

Omega è stato un marchio che con la sua produzione ha simboleggiato alla perfezione il ponte fra orologi antichi e i moderni orologi da polso.

Ai giorni nostri l’orologio da polso è divenuto più che mai accessorio di prestigio, superando i suoi avi ottocenteschi: esigenti appassionati e collezionisti cercano di accaparrarsi limited edition o modelli esclusivi, altri invece scelgono determinati marchi per simboleggiare uno status sociale.

Insomma, l’orologio si è spostato dalla tasca al polso, ma ha conservato l’intrinseco significato originario.